Dall’essere uno dei presidenti più contestati d’Italia, con tanto di striscioni esposti per le strade della città che lo ha adottato nel 2004, all’essere amato e apprezzato per il lavoro svolto alla presidenza della squadra neo-campione d’Italia. Aurelio De Laurentiis si gode il suo momento di gloria, assorbe i complimenti ricevuti da tutta Italia e dai suoi tifosi, che gli criticavano l’operato, gli scarsi investimenti e una campagna acquisti ritenuta scadente, con i pesantissimi addii a Koulibaly, Mertens e Insigne e l’arrivo degli “sconosciuti” Kim e Kvaratskhelia. Tutto in meno di un anno, tutto d’un fiato. A
A Napoli già si progetta il futuro, quando mancano ancora 5 giornate alla fine del campionato. Lo chiede la piazza, desiderosa di rivivere ancora quell’emozione che mancava da 33 anni. Ma per vincere ancora sarà necessario respingere gli assalti ai prezzi pregiati, ai già citati Kim e Kvaratskhelia e soprattutto a Osimhen. “Venderlo? Non esiste”, ha risposto così De Laurentiis ai microfoni della Rai. L’attaccante nigeriano fa gola in Premier League, ma l’obiettivo è trattenerlo almeno un’altra stagione a Napoli, per puntare alla Champions League, nuovo traguardo individuato dal presidente del Napoli. “Per tenermi il club ho rifiutato un miliardo di euro”, ha proseguito De Laurentiis.
E Spalletti? Qualche giorno fa il Napoli ha esercitato l’opzione di rinnovo per un altro anno, ma le parti si incontreranno a giorni per buttare giù le idee per un ciclo a medio-lungo termine: “Spalletti è un mito, lo inseguivo da almeno 10 anni. L’ho portato a Napoli e lui ci ha riportato in Europa. Vorrei si aprisse un ciclo. Lui è innamorato di Napoli, ormai qui è un eroe ed è giusto che si goda questo momento. Il contratto? Ho esercitato un’opzione che avevo, ora la parola è al rispetto di ciò che è stabilito nell’accordo”.