Serie A

Ranocchia dà l’addio al calcio: “Non ho più niente da dare”

L’annuncio dell’addio al calcio da parte di Andrea Ranocchia ha spiazzato molti, ma non ha sorpreso tutti, perché la rescissione arrivata soltanto il giorno prima, complice un infortunio che s’è rivelato più grave del previsto, appariva una scelta dettata da altro e non soltanto dal guaio fisico. Chiudere all’età di 34 anni un contratto biennale firmato la scorsa estate con il Monza, rinunciando a 4 milioni di euro non è da tutti e oltre al gesto di grande signorilità, di rarità unica nel mondo del calcio, un’azione che resta comunque indelebile, c’è dell’altro. Altro che lo stesso giocatore ha spiegato in un video pubblicato su Instagram: “Qualcosa non tornava già dalla scorsa stagione, è come se si fosse spento l’interruttore. Non ho più niente da dare dentro di me“, ha confessato Ranocchia ripercorrendo in parte la sua lunga esperienza calcistica.
So che tanti di voi avranno letto la notizia della rescissione col Monza e per darvi una spiegazione eccomi qua, ci tengo a farla arrivare dalla mia voce. Quando ho iniziato a giocare a calcio, ormai 30 anni fa, ho iniziato con grandissima passione ed era la cosa che mi piaceva di più al mondo, ho iniziato qui da Bastia Umbria e ci sono stati momenti bellissimi in cui si diverte giocando a calcio. Non ho mai pensato a dove sarei potuto arrivare da bambino e ho avuto la grandissima fortuna di trasformare la mia passione nel mio lavoro. Sono stato a contatto con tantissime persone e mi porterò dentro tantissime di queste esperienze. Ho avuto la bravura e la fortuna di poter attraversare ogni tipo di esperienza e dopo tanti step, dopo tanti momenti, di tutti i tipi, ho avuto la fortuna di incontrare un allenatore, Pietro Montanelli, che mi ha scoperto come difensore e mi ha trasformato nel calciatore che ero fino a ieri. Ringrazio tutti gli allenatori che ho avuto, vi ho pensato in questi giorni”, le sue parole.
In particolare si è soffermato sull’esperienza vissuta agli ordini di Antonio Conte: “Mi ha trasformato: è un allenatore che ti assorbe e ti cambia il modo di pensare, mi ha trasformato in un vincente. È un allenatore che quando ti lascia, non sei più quello di prima. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e da lì è iniziata la mia carriera ad alti livelli. Ho passato momenti molto belli, poter dire di aver giocato contro grandi campionati è un orgoglio per me. Ho sempre dato tutto e ringrazio tutta la mia famiglia per il supporto che mi hanno dato, per le gioie”.
Infine, sull’addio al calcio: “Da un anno e mezzo sto vivendo un periodo difficile, a livello motivazionale, già quando ero all’Inter. Il Monza mi ha offerto questa opportunità, un ottimo contratto e l’ho colta. Ad un certo punto ho sentito che dentro di me non c’era più niente e ho iniziato a farmi tante domande, poi c’è stato questo brutto infortunio a Napoli che mi avrebbe tenuto fuori dal campo per mesi. Ho riflettuto e visto che la società mi ha dato grande fiducia, ho ritenuto giusto non prendere in giro nessuno. Non ho più niente da dare dentro di me e con Galliani ci siamo lasciati da amici, è stato un signore e ha capito. Ora mi prendo un po’ di tempo per rimettere in sesto queste emozioni che sono arrivare in questi mesi e fare dei pensieri per il futuro. Non tornerò a giocare a calcio, non è quello che voglio”.
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